Inventario di alcune cose perdute, scritto da Judith Schalansky e pubblicato da Nottetempo, raccoglie dodici storie di cose smarrite o che non esistono più: l’ultimo esemplare della tigre del Caspio, impagliato e distrutto in un incendio; le lacune nelle poesie di Saffo; un atollo sprofondato durante un maremoto e cancellato dalle mappe solo 30 anni dopo; il primo film di Friedrich Wilhelm Murnau, disperso e mai andato in sala; i libri di Mani, fondatore del manicheismo, e poi ancora dipinti, biblioteche e lo scheletro di un presunto unicorno. Sono racconti di ricerche e ritrovamenti, perdite e conquiste, nella convinzione che «la distinzione tra presenza e assenza può essere marginale finché esiste la memoria». Il concept è un po’ quello espresso dal bellissimo cartone “Coco”, film Disney del 2017. La buona memoria è fondamentale, e conservarla per bne può aiutare a salvare il mondo. Un bel libro.