Laboratorio-a

Alan.

Padre nobile dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, Turing nacque a Londra nel 1912, e probabilmente è stato uno delle figure che più hanno influenzato la vita futura del mondo intero. Elaborò un sistema logico\matematico per decifrare i codici di comunicazione dell’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale e grazie a lui il mondo che oggi viviamo è tendenzialmente un posto libero. Beh piu o meno.  

Alan crebbe come un ragazzo trasandato e del tutto disorganizzato. A scuola studiava solo ciò che lo interessava, come i principi della relatività, appresi da autodidatta, ma non matematica e di certo non il latino.

Incontrò molte fatiche a diplomarsi e alla fine studiò  grazie ad una borsa di studio in matematica nel prestigioso King’s College di Cambridge.

Turing sarebbe potuto diventare l’ennesimo eccentrico matematico con un dottorato e una borsa di studio, ma il suo interesse nella matematica logica lo portò alla cosiddetta decidibilità: esiste un metodo attraverso il quale possono essere decise (risolte) tutte le questioni matematiche? Per fare ciò, Turing speculò sull’esistenza di una “macchina universale di Turing” di immenso significato pratico, dato che aveva immaginato un computer digitale. Turing, quindi, già nel 1936 immaginò una macchina che non esisteva ancora, ma che ora manda avanti le nostre vite: una singola macchina che può svolgere qualsiasi compito attraverso un programma appropriato, con gli stessi simboli usati sia per le istruzioni sia per i dati.

Nel 1940, a 28 anni, era già a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella decrittazione delle macchine usate dalla marina tedesca, fra le quali Enigma, che riuscì a decifrare nel 1941 e poi ancora nel 1942 e un’ultima volta nel 1943.

Turing aveva concepito il primo computer mainframe, Colossus, perché potesse districarsi fra le probabilità di oltre 39.000 decrittazioni al giorno. Fu Colossus sopra ogni altro a decrittare i codici “Fish” di Lorenz (la cifratrice derivata da Enigma), dell’Alto comando tedesco, in tempo per il D-Day.

Per il 1944 Turing ebbe un’idea chiara del computer moderno, una macchina singola capace di qualsiasi compito programmato, e cercò di capire quanto avrebbe dovuto avere le stesse caratteristiche di un cervello, che potesse giocare a scacchi piuttosto che scrivere una lettera d’amore o imparare o che potesse creare una bomba atomica.

Alan fu condannato negli anni 50 per la sua omosessualità. Esasperato e fortemente depresso per gli effetti della castrazione chimica che gli venne imposta dai tribunali UK dell’epoca, si suicidò. 

E lo fece in un modo a dire poco poetico: ispirandosi alla favola di Biancaneve, immerse una mela in un composto di cianuro di potassio, la morse e morì. Cosa ci ricorda? Una mela morsicata???? Ebbene sì Steve Jobs a sua perpetua memoria, gli dedicò il logo di Apple. 

 

 

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